Estate 2017 – Anticipazioni letterarie
In vista dell'imminente uscita del secondo manuale di scrittura di Le Mezzelane, vi anticipo l'argomento: esercizi di scrittura creativa. Il titolo del volume è ancora segreto, la copertina anche.
Nel manuale troverete tanti piccoli suggerimenti di scrittura, esercizi, qualche plot, analisi dettagliate dei vari step per arrivare a scrivere un romanzo o un racconto passando per la scrittura creativa.
Di seguito una riflessione che vi aiuterà sin da subito ad affrontare la scrittura di piccoli pezzi.
A volte scriviamo come se stessimo facendo una corsa, una gara per arrivare prima degli altri a un'uscita letteraria alla quale stiamo lavorando da tempo. Ore e ore a scrivere, poi rileggere e correggere. E non vediamo mai la fine. Come se fossimo operai della narrazione: sforniamo storie pensando alle vendite, saltiamo da un progetto all'altro perché i lettori si aspettano un flusso costante di nuove cose da leggere.
Per quanto mi riguarda trovo tutto questo scoraggiante, faticoso e a volte anche frustrante. Mi sono resa conto, in questo ultimo periodo, che così facendo mi stavo perdendo e invece di andare avanti ero sempre lì che mi affannavo a terminare qualcosa che in quel momento non ero in grado di terminare. Vuoi per il lavoro, o per la stanchezza, o per quel poco di vita sociale che ogni cristiano dovrebbe fare (e ho fatto), la mia testa era impegnata in altri lidi e per quanto volessi terminare quel determinato romanzo, lo stesso era troppo lungo per portarlo a termine nell'immediato.
E allora mi sono fermata a riflettere. Ho accantonato ogni progetto dei romanzi in corso di scrittura, ma non ho smesso di scrivere. Ho solo cambiato la lunghezza: mi sono dedicata ai racconti, alle drabble, alle short story. Perché? Perché rallentare spesso è meglio che stare ore e ore su un progetto che non ha ancora raggiunto la sua maturazione.
Scrivere è un'arte, un mestiere che deve essere praticato per essere perfezionato.
Una decina di anni fa, forse qualcuno di più (non è importante quando, ma è ciò che ho visto), un mio amico pittore aveva allestito una mostra e, oltre alle sue normali pitture, aveva esposto gli studi che aveva effettuato per un grande lavoro che la parrocchia del paese gli aveva commissionato. Una gran quantità di disegni a matita: mani, volti, piedi, occhi, labbra, abiti, cappelli. Nessuno era completo e la stessa parte del corpo ripetuta più volte da angolazioni diverse, di diversa fattura, qualcuna più intensa, altre delicatissime. Che cosa aveva fatto il pittore? Prima di spennellare la tela di colori e immagini ha studiato la sua idea pezzo per pezzo e preso mano nelle piccole cose, sapendo che avrebbe reso il suo lavoro più preciso, bello, elegante. Inutile dire (ma lo dico lo stesso) che una decina di quegli schizzi sono finiti sulle pareti di casa mia.
Ma pensiamo anche ai numerosi quaderni di Leonardo da Vinci: disegnava parti del corpo umano solo per il gusto di disegnare, senza avere in mente un progetto più grande.
Noi scrittori possiamo fare lo stesso: non tutto ciò che scriviamo deve far parte di un lavoro più ampio. Possiamo scrivere solo per il piacere di scrivere, piccoli pezzi, paragrafi semplici, solo per il gusto di sondare le nostre capacità. Trenta minuti al giorno possono bastare per descrivere un semplice oggetto, o caratterizzare una persona che ci ha dato da riflettere, o un luogo che ci è rimasto impresso, cercando allo stesso tempo di perfezionare uno stile che già ci appartiene o tentando di crearlo. Pezzi che potrebbero rivelarsi utili per un lavoro più grande. Il romanzo che state scrivendo, per esempio.
Ricordati di:
- usare le parole giuste, concentrandoti sulla lunghezza, più sei sintetico e più hai raggiunto lo scopo dell'esercizio
- il tuo obiettivo è dipingere un quadro (con le parole), mostrando la tua storia a un ipotetico lettore
- la tua breve storia, o descrizione di un particolare, deve essere priva di fronzoli
- sperimenta.
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Xo Xo Rita Angelelli