Suonetti: l’essere che ascolta

Autori: Mechi Cena e Francesco Michi
Editore: Le Mezzelane Casa Editrice
Edizione: Seconda edizione, 2024
ISBN: 9788833288086

Un viaggio nel mondo del suono
“Suonetti – L’essere che ascolta” è un’opera che nasce da un’esperienza radiofonica trasmessa dalla RSI – Radiotelevisione svizzera, Rete Due. I brevi racconti che compongono il volume sono stati revisionati e rielaborati, mantenendo però l’intento originario: esplorare il suono non solo come fenomeno fisico, ma come esperienza estetica ed esistenziale.

Il libro si inserisce in una riflessione più ampia sulla percezione sonora e sull’importanza dell’ascolto nella costruzione della nostra realtà quotidiana, rifacendosi al concetto cibernetico di Heinz von Foerster secondo cui “la percezione crea la realtà”.

L’opera è una raccolta di testi brevi, una forma ibrida tra poesia, prosa sperimentale e riflessione filosofica, che potremmo definire “microracconti del suono”. Il libro è suddiviso in una lunga serie di brevi episodi, ciascuno dei quali esplora un diverso aspetto del suono e della nostra relazione con esso.

L’opera è una celebrazione del suono in tutte le sue forme, un invito a riscoprire la capacità di ascoltare il mondo. Cena e Michi trasformano il suono in un elemento narrativo centrale, sovrapponendo riflessioni filosofiche a esperienze sensoriali e a un’estetica della percezione.

Uno degli aspetti più affascinanti di Suonetti è la sua capacità di giocare con il linguaggio e con il ritmo delle parole, ricreando sulla pagina un’esperienza quasi musicale. Questo è evidente in testi come “Suonetto”, che si interroga sulla natura stessa del suono:

“Non è rombo di cannone, non è clangore di spade né di elmi infranti. Non è fracasso, non è baccano, né frastuono, putiferio o schiamazzo. Non è boato di folla né grido di paura.”

Il testo procede per negazioni, eliminando progressivamente ciò che il suono non è, per poi avvicinarsi a una definizione astratta e poetica.

Un altro esempio emblematico è “I suoni non si raccolgono”, che esplora l’idea della fugacità del suono:

“I suoni sono veloci, vanno come proiettili e vivono poco. Durano il tempo che durano, e poi non li ritrovi più. Come le parole, che non si raccattano per terra dopo che sono state dette.”

Qui gli autori giocano con la metafora del suono come qualcosa di effimero, che esiste solo nell’istante in cui viene percepito, rafforzando la tesi dell’ascolto come atto creativo.

Il suono come costruzione della realtà
Gli autori sostengono che il suono non sia solo un fenomeno fisico, ma un elemento che partecipa alla costruzione della nostra percezione del mondo. Il suono non esiste di per sé: esiste nella misura in cui viene ascoltato.

La memoria sonora
Molti racconti evocano suoni della memoria: il rumore delle sirene delle fabbriche (Mirafiori), il fruscio delle mani sui capelli (Pelle), la musica di una moto che scompare all’orizzonte (Viaggio in macchina – 4). Questi suoni diventano veicoli di emozioni e ricordi, dimostrando come l’udito sia legato alla nostra esperienza del tempo.

Il contrasto tra suono e silenzio
Il libro esplora la tensione tra rumore e silenzio, riflettendo su come la nostra società tenda a riempire ogni spazio di suono per paura del vuoto (Horror vacui, Horror horroris vacui). Tuttavia, il silenzio non è assenza, ma uno spazio potenziale di ascolto e significato.

Il suono come strumento di potere e controllo
In racconti come “Dio è la TV” e “Gilgamesh”, il suono è visto anche come un mezzo di dominio: dal rumore che disturba gli dèi nell’epopea sumera, ai suoni della televisione che invadono le nostre case, plasmandone i contenuti.

Il linguaggio di Suonetti è evocativo e sperimentale, spesso giocoso e ironico. Gli autori utilizzano frammenti di testo poetico, aforismi, ripetizioni ritmiche, creando un effetto quasi musicale.

L’uso della seconda persona in alcuni racconti coinvolge direttamente il lettore, mentre la frammentazione e la brevità dei testi riflettono la natura fugace del suono stesso.

“Suonetti – L’essere che ascolta” è un’opera raffinata e affascinante, che invita il lettore a riscoprire il potere dell’ascolto. Cena e Michi trasformano il suono in una chiave di lettura della realtà, offrendo un’esperienza sensoriale e poetica unica. Un libro consigliato a chi ama la sperimentazione linguistica, la filosofia del suono e la letteratura che sfida le convenzioni narrative.

Se avete voglia di ascoltare le voci di Francesco e di Mechi vi consiglio questo podcast

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