A colloquio con… Lorena Marcelli

Questa estate continua a dare il meglio di sé con il bel tempo e le temperature bollenti, e anche il più stoico del lavoratore cederebbe al calore e se ne andrebbe al mare o al lago o in piscina per rinfrescarsi e ritemprare spirito e corpo. Ma noi di Le Mezzelane Casa Editrice siamo delle vere “eroine” e continuiamo a sfornare libri e idee.

In questo ultimo periodo avevamo l’esigenza di capire quali fossero i gusti dei lettori e quindi ci è sembrata una buona idea coinvolgerli in maniera diretta. Abbiamo pensato, dunque, che Facebook fosse il social più indicato per creare questo rapporto, pensando a delle delle rubriche settimanali dove i lettori potessero sbizzarrirsi a chiedere e gli autori potessero farsi conoscere meglio, quindi non solo attraverso le parole dei loro libri. Il gruppo potete trovarlo qui.

D’altronde il nostro motto è: dietro le parole ci sono le persone! E noi, prima che i libri, vogliamo farvi conoscere chi sta dietro le pagine.

La rubrica “A colloquio con gli autori”, iniziata ormai un paio di settimane fa con la sottoscritta (che fa sempre da cavia e sperimenta format e libri), mi ha dato il là per riportare anche qui quello che è stato scritto nel gruppo. Di seguito ci sono le domande che i lettori hanno fatto a Lorena Marcelli, e le relative risposte della Scrittrice, martedì 18 Luglio. Buona lettura.

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D: Cominciamo con una cosa facile e banale: perché scrivi?

R: Domanda semplice e banale mica tanto?! In realtà credo di avere la scrittura nel DNA e non ti so spiegare perché lo faccio. Il problema è che la mia testa è diventata un condominio, e le persone che la abitano scalpitano per far conoscere le loro storie. Ogni tanto mi tocca accontentarle.

D: Hai affermato “ogni tanto”. Con quale frequenza scrivi?

R: Tutti i giorni e almeno due ore al giorno, ma spesso sistemo appunti, ricerche, idee, scalette, schede personaggi

D: Quale genere preferisci scrivere? Per quale motivo?

R: Amo scrivere storici e thriller storici perché sono puntigliosa e mi piace scavare nella storia e in quello che, spesso, nessuno ci spiega o evita di farci sapere.

D: Quando hai iniziato a far uscire le persone dal condominio? Hai un aneddoto collegato a quel momento?

R: La prima a uscire fuori fu la protagonista di un racconto folle: “La confessione, storia di ordinaria follia”. Fu letto durante un reading e poi pubblicato su un blog. Caso volle che fu letto anche dalla persona che mi aveva ispirato e che la stessa si riconobbe. Da allora mi odia ferocemente.

D: Mattino o sera: c’è un momento tra i due in cui preferisci di più scrivere?

R: Sera tardi.

D: Ti sarà capitato come a tutti noi un momento di blocco: come lo hai affrontato? Che consigli daresti ai tuoi colleghi o aspiranti scrittori?

R: I blocchi mi capitano spesso. Li supero in due modi e vi svelo un segreto: Ho una life coach, Simona Colaiuda, che di mestiere fa proprio questo: Aiuta a superare i blocchi narrativi, e non solo. Il secondo segreto me lo insegnò il primo “maestro” al corso di scrittura creativa: Prendo un paio di libri e apro le pagine a caso, leggendo una frase qua e là. Dopo un po’ mi torna la voglia di scrivere perché riesco sempre a trovare la parola che mi serve in quel momento

D: Scrivi “di getto” tipo presa da sacro fuoco, o la storia la costruisci un pezzo per volta?

R: No, non scrivo di getto. La storia la costruisco a tavolino e ogni giorno preparo lo schema delle scene da descrivere con la scrittura.

D: Sono incuriosito da due aspetti, quindi dopo aver letto diverse tue opere e frugato un po’ nella tua biografia, con un post farò due domande. Prima: I tuoi personaggi sono molto veri, a volte sembrano autentici racconti di fatti di cronaca, al punto che più volte ho dubitato che siano frutto della fantasia e basta. Come e da dove senti che arrivino le ispirazioni per descriverli e farli vivere in modo così autentico? Seconda domanda: La tua vita dev’essere molto fitta e stressante, quindi dovrai rubare il tempo nei ritagli, per scrivere, e scrivi davvero tanto. E’ vero che uno scrittore diventa più creativo nei momenti in cui è più impegnato e pressato da situazioni varie, piuttosto quando magari ha tanto tempo e calma al suo intorno? Grazie per l’attenzione e buona giornata
R: I miei personaggi sembrano veri perché io sono un’attenta osservatrice e, in tutte le persone che incontro rubo dei dettagli, dei modi di fare, di muovere le mani o di parlare. Io non scrivo guidata dall’ispirazione, mi dispiace darti questa delusione. Anni e anni di corsi di scrittura hanno fatto sì che io decida bene e con calma ciò che voglio scrivere e come lo voglio scrivere. Ho quaderni pieni di appunti, di considerazioni, di idee e, quando sento che la storia è arrivata a maturazione nella mia testa, inizio a scriverla davvero, seguendo schemi dettagliati. Ogni scrittore diventa creativo a suo modo e in base alle diverse situazioni. Io divento creativa in ogni momento e in ogni luogo. Anche sul tram, anche quando sto pensando ad altro. In ogni caso ho una regola che rispetto sempre: scrivo due ore al giorno anche se non sono particolarmente ispirata. Quello che non mi piace lo strappo il giorno successivo. Dico strappo perché la mia prima stesura è sempre su carta. Grazie per le tue interessanti domande
D: Sto leggendo il tuo libro “L’Enigma del Battista”, volevo chiederti da dove hai preso l’idea della storia e anche quanto tempo hai impiegato per documentarti.
R: L’enigma del Battista è nato davvero per caso. Adoro l’Irlanda e dovevo partecipare a un concorso letterario per racconti brevi. Volevo parlare di una strega e feci una ricerca in rete. Trovai un trafiletto che parlava di Alice Kyteler, lo lessi, e mi innamorai di quella donna. Da lì iniziò una ricerca durata trenta mesi e che mi portò a scrivere il romanzo mischiando realtà a fantasia. Ma la storia non è ancora finita qui. Alice ha tanto da raccontare e, presto, tornerà fra noi. Faccio davvero fatica a separarmi da lei.
D: Che cosa ti ha avvicinato alla scrittura? Quanti anni avevi quando hai iniziato a scrivere? Grazie e buona giornata
R: Alla scrittura mi sono avvicinata perché sono sempre stata una divoratrice di libri. A quindici anni avevo già letto i classisi italiani e stranieri e, l’idea di scrivere qualcosa di mio, maturò dopo la lettura di “Madame Bovary”. Iniziai con storie melodrammatiche che le mie compagne di scuola leggevano con piacere e, che ancora oggi, ricordano, mentre io le ho rimosse da tempo. La voglia di scrivere “sul serio” è tornata una decina di anni fa. Decisi di tornare alla mia vecchia passione. Mi iscrissi a un corso di scrittura e, da lì, iniziai il mio cammino letterario
D: Quali sono i momenti in cui preferisci scrivere? Attendi l’ispirazione, oppure ti organizzi il tempo in modo da poter dedicare ore più o meno precise alla scrittura? Grazie in anticipo e per la risposta e buona giornata intervista!
R: In realtà scrivo ogni volta che ho tempo, ma se devo decidere l’orario giusto per me ti dico subito la notte! Quando tutti dormono e io posso starmene in pace con le mie storie e i miei personaggi
D: L’ enigma del Battista pone al centro della storia, i processi per stregoneria, un tema a me molto caro e sul quale sto facendo degli studi. Come ti sei documentata? Esiste la versione cartacea del tuo libro? Sto acquistando volumi a tema e mi interesserebbe.
R: La versione cartacea è su Amazon ed è acquistabile con il print on demand. Per quanto riguarda la documentazione ti dico subito che il lavoro è stato lunghissimo e difficile. Ho scovato testi antichissimi e da lì, ho studiato le bibliografie citate, in cerca di altri testi utili.D: Quanto è stato importante per te vincere il 50* Marcelli.
R: Con il senno di poi, e considerando anche tutti i lati negativi legati a quell’esperienza, oggi, con serenità, ti dico che è stato molto importante. A volte ho pensato di aver bruciato L’Enigma, accettando quella pubblicazione e quel contratto, ma oggi sono anche consapevole che, pur non avendo avuto alle spalle una Casa Editrice moderna e competitiva nel settore, e un’adeguata esperienza personale, con quel romanzo sono riuscita a farmi conoscere e apprezzare da tanti. Forse ci sarei riuscita lo stesso, non so. So solo che oggi in molti mi conoscono (nel bene e nel male), grazie a quel concorso.
D: Anche io ho partecipato al 50° di Marcelli editore con una silloge poetica. La serata è stata molto interessante e al di là della proposta successiva giuntami dall’editore, che ho declinato per svariati motivi, ho trovato il concorso trasparente e corretto. Se dovessi tornare indietro Lorena Marcelli rifaresti l’esperienza?
R: Ti rispondo con sincerità e schiettezza: No!  Ma non per il concorso in sé per sé, che, confermo, fu trasparente e corretto, non avendo alcun tipo di parentela con l’editore. Non la rifarei solo per un motivo: Un romanzo con la potenzialità di diventare un gran romanzo, avrebbe meritato tanto lavoro in più prima della pubblicazione e tanta cura dopo. Un impegno che una piccolissima Casa Editrice non poteva sostenere, purtroppo.
D: A dire il vero mi dispiace di non aver ancora letto nulla di tuo ma sicuramente a breve lo farò perché leggendo le trame dei tuoi lavori devo dire che mi attirano molto… Sono sicuro che non rimarrò per niente deluso…
R: Mi diverto a scrivere anche altri generi, oltre il thriller storico, quindi puoi scegliere quello che più ti interessa.
D:  La Strega irlandese è tornata a parlarti? Per immagini, visioni, canzoni, odori, sensazioni? Se sì, ci puoi anticipare qualcosa?
R: Conoscendomi da un po’ saprai già che io sono convinta di avere qualche legame con Alice Kyteler. La Strega irlandese non ha mai smesso di parlarmi e, presto, farà conoscere ai lettori che l’hanno già incontrata nel thriller, la sua storia completa, ma continuerà a non svelare troppo.
D: La mia domanda, come vedi è di tipo sensoriale, ma non hai risposto, per cui ti incalzerò. Allora, quale elemento della natura ti fa pensare a lei, eccetto il fuoco?
R: L’aria, il mio elemento. Lei è nell’aria da sempre
D: hai detto già che scrivi testi di vario genere. Qual e’ quello che ti diverti di più a scrivere? E quello che ti riesce più facile e immediato?
R: Mi diverto tantissimo scrivendo erotico. Divento completamente diversa dal solito e, quando mi rileggo mi chiedo se sono stata davvero io a scrivere quelle storie. Il genere che preferisco e che non mi stanca mai è il thriller storico. Ma anche la narrativa, in fondo.
D: Se dovessi consigliare un tuo testo erotico ai lettori, quale sceglieresti? E se qualcuno ti chiedesse di consigliargli un classico della letteratura erotica?
R:  Anais Nin. Tutto di lei è meraviglioso. Se dovessi consigliare un mio testo erotico sicuramente direi di leggere “Avrò cura di te” che, secondo me è il più maturo e interessante di tutti (Infatti non vende), e , poi, un testo che uscirà in autunno, spero. Sono due storie “mature” ed entrambe hanno protagonisti adulti.
D: Ti piace leggere il genere romance? Se sì, perché? Se no, perché?
R: I romance mi piacciono, li leggo e li scrivo anche. In assoluto preferisco i romance storici, ambientati nel periodo Regency. Colleziono i titoli di Georgette Heyer e, prima o poi, ne scriverò anche io uno. Mi piacciono perché sono leggeri, pieni di buoni sentimenti e mi fanno guardare le storie d’amore con occhio benevolo e meno disincantato da quello che ho nella realtà. Ma devono essere belle storie e scritte bene. Altrimenti chiudo il libro o il kindle e smetto di leggere.
D: Cosa consiglieresti a chi sta iniziando a muovere i primi passi nel mondo della scrittura?
R: Con la tua domanda mi inviti a nozze. Cosa consiglierei? 1) scrivere e riscrivere. Trovare un lettore beta serio e obiettivo e seguire i consigli di chi non critica per demolire, ma per far crescere; 2) seguire un corso di scrittura creativa (ma serio) e uno di correzione bozze e editing; 3) iniziare a farsi conoscere partecipando a concorsi letterari seri per racconti brevi. 4) evitare come la peste bubbonica l’editoria a pagamento. Molto meglio pubblicare in self o rivolgersi a una stamperia, se proprio si vuol vedere il proprio nome su una copertina; 5) Evitare anche le liti su facebook (vanno di moda), perché non portano mai nulla di buono e, infine, mantenere sempre i piedi a terra e avere rispetto per questo mestiere.
D: Definisci “mestiere” quello dello scrittore, perché? Lo chiedo perché molti non la pensano così.

R: È un mestiere che richiede passione, cura, impegno, rigore, metodo e conoscenza della tecnica. Come ogni altro mestiere. 
D: Una domanda semplice, Lorena: scrittori si nasce o si diventa? Il talento deve essere innato o lo si acquisisce con lo studio?
R: Il talento è innato, ma il talento senza studio non porta da nessuna parte. (Mio personale parere)
D: Vedo che sei molto conosciuta sui social network, qual è stato il tuo percorso?
R:  È stato un percorso lungo e fatto in punta di piedi. Ho creato una rete di amicizie sincere e condivido sempre i successi altrui.Da soli si coltiva solo il proprio orticello; insieme si coltiva un campo.
D: Una domanda che faccio spesso anche durante le presentazioni e sta pure in un esercizio di scrittura creativa del mio manuale: Perché volete diventare scrittori? Siate sintetici e sinceri, lo dovete a voi stessi.
Ecco, tu mi sembri già una scrittrice affermata e quindi la domanda sembrerebbe inutile. Te la giro lo stesso: perché vuoi essere una scrittrice?
R:  Voglio diventare scrittrice perché so che sono abbastanza brava e che ho delle storie interessanti da raccontare. Infine perché sono una che ama stare al centro dell’attenzione.
Ed eccoci alla fine. Un bel fuoco di fila di domande e risposte, non vi pare? Ma con una scrittrice così non poteva essere altrimenti. Adesso che conoscete meglio Lorena Marcelli seguitela anche nel suo blog “Il giardino dei girasoli” .
XoXo Rita Angelelli