Il grande saccheggio di Francesca Mereu, recensione di Renato Ghezzi

Leggere “Il grande saccheggio” di Francesca Mereu equivale ad accendere la luce su un paese, la Russia, e un periodo storico, gli anni tra il 1989 e oggi, che in Italia sono stati tenuti fin troppo nell’ombra, non sappiamo se volutamente o meno.

Chi di noi si è reso davvero conto della drammaticità della situazione economica nell’Unione Sovietica e poi Russia degli anni ’90? Chi ha compreso la partita violenta e sanguinosa che si è giocata nel 1991, con la destituzione de facto di Gorbachev, oppure nell’ottobre del 1993, quando i moscoviti scesi in piazza per difendere il Parlamento sono stati massacrati dall’esercito?
Francesca racconta i fatti con la precisione della giornalista di razza e con la partecipazione di chi ha vissuto quegli accadimenti dall’interno, vicina alla gente. Per scrivere il suo libro non si è fermata davanti a niente. Ha intervistato persone rovinate dalla crisi, laureati riconvertiti in lavori più umili ma ben più redditizi, ragazzi con la vista lunga che hanno saputo approfittare delle occasioni create dalla privatizzazione forzata o dalle nuove possibilità commerciali. Ma è arrivata anche nelle stanze dei ministeri e nei rifugi degli esiliati.
La scrittrice ci conduce per mano attraverso i cambiamenti. Vediamo con lei le famiglie accumulare scorte alimentari per sopravvivere. Assistiamo alla crescita economica, non sempre limpida, dei più svegli o dei più introdotti nei centri di potere. Rabbrividiamo di fronte all’imporsi della mafia, e ancora di più degli oligarchi, nuovi capitalisti senza scrupoli.
Dalle speranze sorte con Gorbachev, passando per il periodo tormentato di Yeltsin e la crisi di sfiducia nella democrazia, Francesca ci spiega le ragioni che sottendono l’ascesa e la permanenza al potere di Vladimir Putin e la ferrea organizzazione che domina oggi la Russia in ogni suo aspetto, da quello politico a quello economico e della vita quotidiana.
Da leggere assolutamente se si vuol comprendere un aspetto fondamentale della nostra storia contemporanea e degli eventi che anche ora stanno accadendo in Europa e nel mondo. Ma anche se ci si vuole appassionare per le vicende umane delle persone incontrate in questo libro, un reportage con il pathos di un romanzo.
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