Tremate! Tremate! Le streghe son tornate! di Vanessa Sacco

Ottobre. Cadono le foglie, cadono i capelli, ma alcuni pregiudizi non perdono mai vigore. Basta seguire la cronaca nazionale: femminicidi, omofobia, stragi di immigrati sui barconi, episodi di ordinaria follia dettata dalla crisi economica e chi più ne ha, più metta.
Così, dall’incertezza del domani alla diffidenza generalizzata, il passo è breve, e il nemico diventa chiunque: quello che ti supera in fila alla cassa approfittando di una tua distrazione, quello che vuole che gli apri il portone per infilarti la pubblicità nella cassetta della posta, l’insegnante con cui gareggi in graduatoria, i rom e gli extracomunitari che ti inducono a scegliere per tuo figlio l’isola felice di una scuola a pagamento, il vicino libero professionista che di sicuro un modo per evadere le tasse lo trova mentre tu, disilluso impiegato statale, per il fisco sei una radiografia ambulante.
È una guerra fra poveri, e in guerra… Come si dice? Morte tua, vita mea.
Di certo le false ideologie che molte piaghe sociali dei nostri tempi finiscono col generare, meritano qualche analisi in più, ma che in questo bailamme di caccia alle streghe si trovi anche il tempo per demonizzare un fenomeno di costume frivolo, consumistico e della durata assai più breve della vita un gastrotrico (piccolo invertebrato che campa solo tre giorni) è quanto mai scandaloso.

Ottobre è infatti anche il mese ricordato per Halloween, festività tipicamente anglosassone un po’ religiosa, un po’ profana, che ultimamente sta prendendo piede anche da noi. È la maniera fintamente macabra e ormai imbastardita di un’antica usanza celtica con cui il 31 ottobre si celebrava la morte della natura a causa dell’arrivo dell’inverno. Morte che si pensò di scongiurare con una rappresentazione simbolica: venendo a coincidere con la notte prima di Ognissanti, infatti, in seguito si usò intagliare delle rape (in America delle zucche) come delle grosse facce dal ghigno cattivo (rozza evocazione agricola delle anime del Purgatorio).
Inutile dire che, come tutte le usanze di importazione cui non si dà un valore specifico ignorandone, il più delle volte, la storia e i remoti significati, proprio in Italia – paese cattolico dalle ben differenti credenze e superstizioni – non ne rimane che l’aspetto più modaiolo: niente di più di una carnevalata a tema, niente di meno dell’ennesimo pretesto commerciale che ci induca all’acquisto.
Ma non tutti la pensano così. Proprio in questi giorni mi è infatti capitato tra le mani un volantino divulgato dalla Gioventù Ardente Mariana dal titolo provocatorio Halloween, NO GRAZIE, nel quale i devoti di Maria esortano genitori, insegnanti, giovani e meno giovani a ripudiare questa usanza pagana che Il mondo dell’occulto […] definisce il giorno più magico dell’anno, il capodanno di tutto il mondo esoterico, la festa più importante dell’anno per i seguaci di Satana, il compleanno del diavolo […] un insieme di rituali e una pratica di stregoneria sia per chi lo faccia consapevolmente o no. […].
In un istante mi vengono alla mente tante immagini solo all’apparenza discordanti: il mio metodo magico di drammatizzazione che adotto nelle scuole materne; il 2 novembre, giorno in cui i cristiani cattolici vanno al cimitero a deporre fiori e a dedicare preghiere ai propri defunti; i biscotti a forma di bara, di scheletro e di fantasma che un mio allievo mi ha offerto tutto contento; i funerali anglosassoni, dove ci si tira a lucido e si prepara un banchetto spesso affidato addirittura ad agenzie di catering; i biscotti tipici che in tante regioni italiane si preparano in questo giorno chiamati ossa dei morti; i funerali nostrani, dove la mestizia ha un tale sopravvento che è già tanto se sono i vicini a preoccuparsi di portare qualcosa da mangiare alle persone impegnate nella veglia funebre; The Rocky Horror Picture Show propinato in tutte le salse da locali e discoteche; la mitica scena di E.T. in cui i tre fratelli, sfruttando proprio il consueto travestimento di Halloween e l’uscita serale per il quartiere in cerca di dolcetti o scherzetti, camuffano l’extraterrestre riuscendo a nasconderlo alla loro madre.
Una signora rimasta basita accanto a me con il foglietto boicottatore ancora in mano commenta ad alta voce: – Gli adulti vedono il male dappertutto.
Già, perché di cos’altro si può trattare se non di allarmismi isterici e fanatici?
Il Medio Evo è tristemente noto anche per la caccia alle streghe, per i roghi dell’Inquisizione a quanti si discostavano anche di poco dalla verità decretata dalla Chiesa e, in generale, per un forte senso di minaccia da parte di forze difficilmente classificabili attraverso le conoscenze disponibili all’epoca o in qualche modo accettate dal potere temporale, che poi coincideva con quello spirituale. In questo calderone ci finivano regolarmente anche guaritori (per gli antropologi non erano altro che gli sciamani tuttora presenti in certe società prototipiche isolate e in Occidente presso uomini e donne moderni e istruiti ma particolarmente inclini a sperimentare stati alterati di coscienza), scienziati, mistici, alchimisti, malati affetti da isteria o da crisi epilettiche.
Alcune ricerche molto serie come quella condotta da Gian Battista Porta nel 1526 su certe sostanze allucinogene e il loro effetto su questi poveri diavoli incompresi, sono giunte incolumi fino ai giorni nostri, finché allo spauracchio della religione non sono subentrati il darwinismo e la psicanalisi, così la ragione, nel bene e nel male, ha avuto il sopravvento su forme altre di conoscenza. Certamente le sette sataniche non erano e non sono una diceria, ma mi chiedo fino a che punto abbiano bisogno del giorno di Halloween per operare come usano fare da millenni. E soprattutto come un lavoretto fatto con la zucca a scuola o una sfilata carnevalesca dark per le strade possano educare all’occulto.
Non hanno minimamente pensato, gli amici della Gioventù Ardente Mariana, che per un bambino affrontare in maniera giocosa un tema così insopportabile eppure inevitabile come la morte possa aiutarlo ad esorcizzarla?
Ma poi ad un bambino – perché dopotutto Halloween, come Natale, è la festa dei bambini – interessa davvero il messaggio nascosto e dimenticato delle anime in pena dei trapassati o piuttosto fare trick or treat insieme ad altri bimbi spensierati come lui?
Qualcuno si è mai sognato di interdire Babbo Natale? Provate a spiegare al vostro piccolo che quest’anno mamma e papà faranno il presepe, nascerà Gesù Bambino ma nessun nonnetto in sovrappeso vestito di rosso con la barba bianca verrà a portargli i regali!
Il 6 gennaio si celebra la visita dei re Magi a Gesù appena nato, eppure per noi tutti è il giorno della Befana, cioè di una vecchia brutta e rachitica come una fattucchiera che, in groppa a una scopa di saggina, porta doni ai bambini.
Quanti di voi sono a conoscenza delle origini imperiali del ferragosto? Il riposo di Augusto, una festa in cui i padroni concedevano una mancia ai lavoratori. Qualcuno potrebbe vederci l’asservimento dei poveri al potere non già di un essere superiore quanto a quello di un altro uomo che si crede un dio. Niente di più profano, eppure per gli italiani è solo un irrinunciabile giorno rosso sul calendario. Provate a boicottarlo e la gente scenderà in piazza!
Fede e superstizione, religione e laicismo si sono sempre rincorsi, azzuffati, respinti e abbracciati. Spesso i confini si mescolano, le origini si confondono e la coerenza cade stupidamente nella trappola dell’estremismo.
Neanch’io sono una fan di Halloween, come trovo stucchevole San Valentino e, per certi versi, anche la festa delle donne. Ma i moralizzatori non mi sono mai piaciuti. Preferisco appellarmi al buon senso e al libero arbitrio piuttosto che darla vinta a un nuovo oscurantismo, o per ogni nuova moda ci ritroveremo a urlare: Tremate! Tremate! Le streghe son tornate!
Vanessa Sacco è nata a Catanzaro nel 1973 ma vive a Roma. È laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne; diplomata al Conservatorio Teatrale di Giovanbattista Diotajuti ha lavorato come attrice soprattutto nella Compagnia Teatrale del maestro Luciano Damiani e ha fondato la compagnia N.O.D.A. Nuova Officina degli Artisti, con cui ha svolto anche laboratori nelle scuole. Ha collaborato con il giornale online Catanzaroinforma, dove ha curato una rubrica di opinione dal titolo Mettiamolacosì. Oggi insegna e per hobby canta in un coro. Con Le Mezzelane pubblica “Amorevoli asimmetrie”.